Gli Obiettivi

Come riportato nelle pagine di molti organi di informazione, la Commissione Parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe Tributaria, ha discusso lo scorso 13 gennaio la proposta del Senato per la Banca Dati Integrata, che ha come obiettivo quello di mettere le basi per la nuova riforma del Catasto, proposta dal Governo nella legge delega.

Riforma che conterrà tutte le informazioni relative alle proprietà immobiliari e consentirà alle pubbliche amministrazioni di consultare dati non solo urbanistici, ma anche quelli relativi a residenti e titolari degli immobili.

Le informazioni contenute nella banca dati avranno inoltre come fine, quello di aiutare il legislatore a rimodulare le imposte, come l‘Unione Europea e l’Ocse chiedono all’Italia da quasi sei anni, adeguando il valore dichiarato degli immobili a quello reale di mercato.

Non solo. Il testo della Commissione, offre uno spunto sul futuro del sistema fiscale, sempre più legato al digitale, in modo da ampliare i soggetti a cui garantire l’accesso o gestire l’amministrazione finanziaria.

Queste prime novità ci confermano quindi la ratio del provvedimento: la riforma del catasto servirà a fare in modo che tutti paghino quanto dovuto, mettendo alla luce tutte quelle informazioni oggi sommerse.

D’altronde, rispetta pienamente quanto dichiarato dal Premier Mario Draghi qualche mese fa, quando descriveva la riforma del catasto come “un’operazione di trasparenza”.

Questa operzione avrà una durata di cinque anni per la messa a regime sulle tasse e sarà resa operativa solamente nel 2026, una volta che la revisione delle rendite entrerà a regime.

Non significa dunque che con la riforma del Catasto ci sarà o meno un aumento delle tasse sulla casa ma che qualsiasi discorso a riguardo verrà rinviato di qualche anno. 

Vediamo, nel dettaglio, le novità introdotte:

Modifica degli atti notarili

Prendendo spunto dal modello in vigore in Spagna, la Commissione ha suggerito una banca dati centralizzata, che contenga anche i dati di tutti gli atti notarili ai fini dell’antiriciclaggio.

In questo modo, avendo una base di informazioni sulle transazioni di compravendita e sulla costituzione di società, sarebbe più facile contrastare la stipula di atti con professionisti diversi, perché nessun notaio coinvolto ha oggi una visione complessiva dell’operazione.

Stop ai controlli solo automatici

Il Parlamento ha inoltre chiesto al governo, di impedire che gli atti di accertamento dell’Agenzia delle Entrate siano generati esclusivamente da un sistema completamente automatizzato o basate esclusivamente sull'intelligenza artificiale.

Secondo alcuni deputati e senatori, si tratta di strumenti che per essere equi hanno bisogno di essere integrati con l’intervento umano.

Accessi diretti ai Comuni

La Commissione Parlamentare di Vigilanza sull’Anagrafe Tributaria ha poi avanzato l’idea di ampliare il gruppo di soggetti a cui è consentito l’accesso alla banca dati e all’Archivio dei rapporti finanziari, inserendo i Comuni, che ancora oggi per farlo devono fare richiesta al Garante della privacy.

Sul fronte riscossione dei tributi invece, è stato suggerito di garantire alle società incaricate, una consultazione gratuita dei servizi Siatel (Sistema di interscambio anagrafe tributarie enti locali), in modo da migliorare gli incassi dei crediti locali.

Si tratta per ora dell’inizio di un percorso, in quanto per il momento è avvenuta solo una prima approvazione della commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria sul testo proposto dal Senato.

E’ comunque un passo importante, in quanto ci dà una significativa panoramica di quelle che sono le novità attese.

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