Come riportato sulle pagine del Corriere della Sera di ieri 15 dicembre, il vice presidente della Commissione europea, Frans Timmermans, ha smentito le voci circolate su un possibile stop al mercato per le case inefficienti dal punto di vista energetico.
«La nostra proposta non prevede alcun divieto di vendita per gli edifici», ha sottolineato il vicepresidente della commissione Ue. «Spetterà alle autorità nazionali individuare come far rispettare gli standard indicati dall’Unione», ha concluso.
La Commissione indicherà però gli standard da seguire e invita sin d’ora i governi degli stati membri ad intervenire in merito.
Ecco cosa sapere:
La Questione e le Polemiche
Dopo la notizia che la Commissione europea sta lavorando a una stretta “green” sugli immobili (si parlava di impedire o limitare la vendita di case classificate come molto inefficienti dal punto di vista energetico entro il 2033), è necessario fare chiarezza su quale sia effettivamente lo stato dei fatti.
Nella proposta presentata il 14 dicembre 2021 dalla Commissione, non c’è la tanto temuta traccia del divieto di vendita o locazione, presente nelle bozze circolate nei giorni scorsi, che riguardava il blocco dell’affitto e della vendita degli immobili più inefficienti in termini di consumi.
Una norma che avrebbe obbligato milioni di famiglie, sopratutto in Italia, a ristrutturare le proprie case nell'arco di pochi anni.
Nel mirino il 15% degli edifici con performance peggiori
Cosa chiede quindi l’Ue?
I mezzi più idonei per raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica saranno lasciati alla discrezione degli Stati membri, che conoscono la situazione interna meglio della Commissione.
Gli Stati membri «dovranno identificare il 15% degli edifici che ha performance peggiori e che dovranno essere rinnovati» in via prioritaria.
Nel dettaglio, il 15% del patrimonio edilizio con le prestazioni peggiori di ciascuno Stato membro, deve essere aggiornato dal Grado “G” dell’Attestato di Prestazione Energetica (APE) ad almeno il Grado "F", entro il 2027 per gli edifici non residenziali ed entro il 2030 per gli edifici residenziali.
In generale quindi, per gli edifici pubblici e non residenziali come ad esempio gli uffici, il livello di performance energetica dovrà passare almeno al livello "F" al più tardi entro il 2027 e almeno al livello "E" entro il 2030 al più tardi.
Gli edifici residenziali invece, dovranno passare come minimo alla classe "F" entro il 2030 e almeno alla "E" entro il 2033.
La ristrutturazione riguarderebbe circa 30 milioni di case.
Per questa operazione, l’Ue metterà a disposizione 150 miliardi di € da qui al 2030.
Le Caldaie: stop per quelle a Gas
La direttiva della Commissione UE per la riquaificazione degli edifici, riguarda poi le caldaie.
Al 2027 è previsto lo stop al sostegno alle caldaie a gas e l’eliminazione dei combustibili fossili nel riscaldamento al 2040.
E’ quindi evidente che la traccia dell’obbligo di efficientamento energetico sia ormai segnata in maniera irreversibile e dovremo tenerne conto quando si tratterà di vendere, acquistare o ristrutturare un immobile.
Chiaramente continueremo ad aggiornarvi su questo delicatissimo tema, appena ci saranno degli aggiornamenti.
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