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Il Diritto di Accrescimento nelle Successioni

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Nel corpo dell’articolo pubblicato la scorsa settimana, relativo alle novità 2025 previste per la Riunione di Usufrutto, abbiamo parlato del Diritto di Accrescimento.

Questo tema ha suscitato un notevole interesse e ci sono arrivate diverse richieste di Clienti e Lettori che ci hanno invitato a dettagliare meglio l'argomento.

Ed è quello che faremo volentieri oggi, cercando di essere più chiari possibile evitando troppi tecnicismi.

Il Diritto di Accrescimento

È un istituto giuridico previsto dal Codice civile italiano, che si manifesta quando, in una successione testamentaria, uno dei chiamati all'eredità o al legato non può o non vuole accettare la propria quota.

In tali circostanze, la parte spettante a questo soggetto si "accresce" automaticamente alle quote degli altri coeredi o legatari, senza necessità di ulteriori atti formali.

Presupposti per l'accrescimento

Perché il diritto di accrescimento possa operare, devono sussistere specifiche condizioni:

1. Istituzione congiunta: più eredi devono essere stati designati nello stesso testamento all'universalità dei beni. Questo principio è noto come coniunctio verbis.

2. Parità di quote: gli eredi devono essere stati nominati in parti uguali ovvero senza una specifica determinazione delle quote. Questo requisito è denominato coniunctio re.

In assenza di uno di questi presupposti, l'accrescimento non ha luogo e la quota vacante viene attribuita secondo le norme sulla rappresentazione o, in mancanza, secondo le regole della successione legittima.

Esempi pratici

1. Eredità senza specifica delle quote: il testatore nomina nel suo testamento tre figli come eredi dei suoi beni, senza indicare le rispettive quote. Se uno di loro rinuncia all'eredità, la sua parte si accresce automaticamente agli altri due, che si divideranno l'intero patrimonio in parti uguali, salvo sempre il diritto di rappresentazione.

2. Legato di un bene specifico a più persone: un testatore lascia in legato un immobile a due nipoti in parti uguali. Se uno dei due non può o non vuole accettare il legato, l'intera proprietà dell'immobile spetterà all'altro nipote per accrescimento.

3. Usufrutto congiuntivo: due coniugi ricevono l'usufrutto di un appartamento con diritto di accrescimento reciproco. Alla morte di uno dei due, l'intero usufrutto dell'immobile passa al coniuge superstite, che ne godrà fino alla propria morte.

Effetti dell'Accrescimento

L'accrescimento opera automaticamente (ipso iure), senza necessità di ulteriori atti da parte degli eredi o legatari superstiti.

Questi ultimi subentrano nei diritti e negli obblighi correlati alla quota accresciuta, salvo che si tratti di obblighi di carattere personale.

Limitazioni all'Accrescimento

L'accrescimento non si verifica se:​ 

1. Volontà contraria del testatore: il testatore può esprimere nel testamento una volontà diversa, escludendo l'accrescimento e disponendo diversamente delle quote vacanti.​ 

2. Diritto di rappresentazione: se esistono discendenti del chiamato che non può o non vuole accettare (ad esempio, figli), questi subentrano nella quota per rappresentazione, escludendo l'accrescimento a favore degli altri coeredi.​ 

Conclusioni

Il Diritto di Accrescimento è molto più diffuso di quanto si creda e garantisce una redistribuzione automatica delle quote ereditarie o dei legati tra i vari chiamati, assicurando una continuità nella devoluzione del patrimonio secondo criteri di equità e semplificazione.

Per evitare errori e comportamenti che potrebbero produrre conseguenze complicate, sarà sempre necessario condividere dubbi e potenzialità con un professionista competente e abilitato.​

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