Qual è la Situazione
Che il D.L. 34/2020, conosciuto anche come Decreto Rilancio (ove è stato inserito il Superbonus 110%) abbia creato molte opportunità di lavoro, è innegabile.
Che abbia contribuito realmente a migliorare l’efficienza degli edifici e possa rendere gli stessi meno dipendenti da fonti energetiche esterne, lo si vedrà con il passare degli anni.
Su una cosa però non c’è alcun dubbio: le norme previste inizialmente per l’accesso ai lavori e quelle relative alle cessioni del credito agli istituti aderenti, sono state quantomeno incerte e lacunose, facendo letteralmente esplodere i costi di materiali e mano d’opera e dando spesso vita a vergognose speculazioni.
Come dichiarato pochi giorni fa dalla Premier Meloni e precedentemente evidenziato anche dall’ex Presidente Draghi, “l'aliquota del 110% ha prodotto la deresponsabilizzazione dei cittadini: se non si è chiamati a partecipare alla spesa, non si ha interesse a verificare prezzi e costi. Inoltre del Superbonus hanno beneficato essenzialmente i redditi medio-alti".
Le continue correzioni di rotta nel tentativo di regolamentare meglio questa attività, hanno però contribuito a minare la credibilità del progetto stesso, tanto che la cessione del credito, vero elemento trainante del Superbonus con cui si è consentito di avere lo sconto immediato sui costi, è diventata talmente incerta e complessa da far sì che la maggior parte dei potenziali fruitori abbia rinunciato ad intraprendere ogni iniziativa atta ad efficientare le proprie abitazioni.
Cosa succede adesso
Il Governo sta valutando dei correttivi che, come sempre, hanno le migliori intenzioni sulla carta per risolvere l’impasse creata, ma vedremo che effetti avranno nella vita reale.
Cerchiamo comunque di capire quali potranno essere le modifiche proposte e che incidenza avranno su vecchi e nuovi fruitori.
Con il passaggio al 90% ci saranno meno lavori?
Il passaggio dal 110 al 90% del Superbonus per il 2023, porterà presumibilmente a un forte ridimensionamento dei lavori di riqualificazione, se la riduzione dell’aliquota non si accompagnerà anche ad una modifica dei requisiti necessari per ottenere il bonus.
Il rischio concreto sarà quello di assistere ad un’ulteriore lievitazione artificiosa dei costi per riuscire a raggiungere lo sconto in fattura del 90%, il tutto a scapito della legalità delle operazioni, dei maggior costi per la comunità, dei possibili accertamenti e delle sanzioni che saranno comminate a carico di ditte e appaltanti (i proprietari degli immobili, in pratica) colti in difetto.
Tutto questo naturalmente a patto che gli istituti di credito riprendano il processo dell’acquisizione dei crediti.
in questo momento nessun dichiara pubblicamente la disponibilità a operare con i privati, probabilmente fino a quando non si capirà esattamente come funzionerà il Decreto.
E’ caos CILAS per il Superbonus 110% nei condomìni
A titolo di memo, ricordiamo che viene inteso come Condominio qualsiasi edificio composto da almeno due unità immobiliari.
Ciò premesso, il Decreto Aiuti quater dovrebbe annunciare una modifica retroattiva sulla disciplina che riguarda i condomìni.
L'attuale quadro normativo prevede infatti che l'aliquota del 110% sia mantenuta per tutto il 2023, con una diminuzione al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025.
Con le modifiche del Decreto invece, l'aliquota verrebbe diminuita al 90% già a partire dalle spese sostenute dal 1° gennaio 2023, con l'eccezione delle CILAS (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata Superbonus) o altri titoli urbanistici necessari, presentati entro una certa data che al momento è incerta tra:
• la data di entrata in vigore del Decreto Aiuti quater stesso, come riportato nella prima bozza;
• il 25 novembre 2022, come affermato dal Presidente del Consiglio e riportato sul comunicato del MEF;
• il 31 dicembre 2022, come riportato in una delle bozze successive del Decreto stesso.
Ma è chiaro che la consapevolezza di un vincolo di questa natura ha già prodotto i suoi effetti, con i professionisti impegnati nei condomìni pressati per la presentazione della comunicazione "nel più breve tempo possibile" per non superare la data scelta dal Governo.
Insomma, una situazione che di certo non consente una progettualità serena né ai tecnici né tantomeno ai condòmini.
Proroga Superbonus 110% per le villette unifamiliari
Per gli interventi effettuati su unità unifamiliari di proprietà di persone fisiche, la detrazione del 110% spetterebbe per le spese sostenute entro il 31 marzo 2023 invece dell'attuale scadenza del 31 dicembre 2022, ma solo a condizione che alla data dello scorso 30 settembre 2022 siano già stati effettuati lavori per almeno il 30% dell'intervento complessivo.
Dal 2023 per le unifamiliari agevolazione al 90% legata al reddito familiare
Il Decreto Aiuti quater dovrebbe prevede anche che, per gli interventi finalizzati all'efficientamento energetico (ivi inclusa l'installazione di impianti fotovoltaici e delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici) nonché al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici, per le spese relative agli interventi posti in essere a partire dal 1° gennaio e fino al 31 dicembre 2023, sulle abitazioni unifamiliari di proprietà di persone fisiche, la detrazione spetti nella misura del 90% a condizione che:
• l’unità immobiliare sia adibita ad abitazione principale;
• il contribuente abbia un reddito di riferimento non superiore a € 15.000; tale soglia può tuttavia subire un innalzamento in base al quoziente familiare.
Verrebbe quindi reintrodotta la possibilità di accedere al beneficio per i proprietari di abitazioni singole ma solo al verificarsi delle suddette condizioni.
Va da sé che la possibilità di utilizzare il Superbonus per le unifamiliari con le indicazioni imposte sia quasi impossibile, non risultando peraltro chiaro come queste limitazioni possano consentire l'obiettivo di rendere più efficiente la maggior parte dei fabbricati possibile.
Gli esclusi dal Superbonus nel 2023
Ci sarebbe l’ipotesi di una ulteriore stretta: nel 2023 gli interventi sulle villette unifamiliari dovranno essere effettuati solo dai proprietari e dai titolari di altri diritti reali di godimento sull'immobile.
Verrebbero quindi esclusi i comodatari e i locatari e non sarebbero consentiti i pagamenti effettuati dai conviventi non proprietari, un altro caso molto frequente di compartecipazione degli oneri legati alle ristrutturazioni.
La norma in questione non lo dice esplicitamente, ma sembra una conclusione obbligata.
Su quest'ultimo punto si aspetta tuttavia il parere dell'Agenzia delle Entrate per fare chiarezza.
La versione Definitiva del Decreto
E’ necessario comunque ricordare come il più volte citato Decreto Aiuti quater sia stato presentato il 10 novembre scorso in forma di bozza e potrebbero esserci delle modifiche o dei correttivi prima della sua pubblicazione.
Ma abbiamo qui riportato i dati salienti e più aggiornati della comunicazione ufficiale.
Sarebbe quindi consigliabile attendere la versione definitiva (che sarà rilasciata nei prossimi giorni) prima di intraprendere qualsiasi azione o far deliberare all’assemblea condominiale l’inizio delle attività, magari perché pressati da qualcuno che possa avere interesse ad ottenere un assenso in tempi brevissimi.
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